Melinda Miceli nació en Augusta el 07.01.1974, vive en Siracusa. Después de completar sus estudios clásicos y universitarios, comienza a viajar y aprender sobre tierras lejanas, como África e Irlanda, lugares que estarán impresos en lienzos en obras de paisajismo. Su inspiración multifacética, al no encontrar la totalidad en la expresión pictórica, se convierte en versos antropológicos y de amor; publicó en 2001 la primera colección de poemas titulada "La vida de las pasiones" en la que quería sugerir con simbolismo refinado los aspectos de la moral social decadente, vislumbrando el sufrimiento del intelectual que se refugia en los elegantes placeres del viaje y los hermosos versos. La segunda obra "Il lago di Lentini" es parte de la línea de "literatura naturalista", un ensayo histórico-artístico e hidrográfico rico en sugerencias literarias y poéticas, Leer más
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(ver todo) La poesia sacra e arcana di Melinda Miceli.
“Ode di luce a San Francesco” vincitrice della sezione poesia del Concorso dei Templari Federiciani
La sezione poesia del concorso indetto dai Templari Federiciani “Francesco passi d’amore e di bellezza”, ha dichiarato vincitrice la nota scrittrice e Critico d’arte Melinda Miceli con il componimento “Ode di luce a San Francesco”. I vincitori per la sezione pittura sono l’artista Viviana Cuozzo, per la sezione scultura il prof. S. Paolo Guccione, scultore di fama internazionale.
La comunicazione ci giunge da Luigi Messina presidente della giuria del concorso.
La versatile scrittrice agli albori della sua carriera, poetessa molto apprezzata, da qualche tempo fa avvertire un Suo ritorno alla poesia. Suoi componimenti mirabili sono stati pubblicati anche in Spagna e la celebre poesia” Omaggio a Notre Dame”, manifesto del Certamen letterario e artistico sulle cattedrali da lei indetto, ha fatto storia nel primato italiano poetico come tributo alla regina delle Cattedrali. In”Ode di luce a San Francesco” l’autrice ispirata da arcana atmosfera sacrale evoca l’immortalità del Santo e la memoria indelebile di antiche crociate combattute per il cattolicesimo dove i Templari di Federico Secondo si distinsero per eroismo e virtu’ in quel culto in cui l’uomo si è volutamente e perdutamente rifugiato per salvare l’anima dall’avversario. Melinda Miceli Critico D’arte con il proprio immenso genio letterario e una

sensibilità sontuosa, ci fa rivivere la storia con un’emozione poetica di celestiale stupore. Il suo prezioso omaggio a San Francesco è senza ombra di dubbio un Cantico immortale al quale siamo tutti indebitati. In un’atmosfera spirituale, romita ed eccelsa la poesia tocca due campiture; la gloria guerriera per le spoglie di Cristo dei Templari di Federico Secondo in Terrasanta e la meditazione francescana, caratterizzata dal silenzio in cui Santo avverte l’anima delle sue creature e il ricordo di quel francescano che ebbe l’onore di portare in Sicilia “la Santa Spina del capo del Golgota a lui affidata dai Templari Federiciani per portarla in “sacro tempio venerato”. E’ chiaro il riferimento alla chiesa di Noto alta che l’autrice ermeticamente indica ma non disvela in quanto sono moltissime le spine lignee del capo di Gesu’ strappate alla sua sepoltura dai Cavalieri e traslate in ogni dove. Eppure si avverte il tributo all’ordine templare federiciano di Sicilia che in prima persona viene celebrato. Declinata in un intenso lirismo spirituale orfico, quest’ode è intrisa di richiami culturali, epici e storici che legano i Templari a Federico Secondo e all’ordine francescano ottenendo così l’effetto epopeico e sibillino di unificare in unico spirito le lotte per il cristianesimo e i suoi grandi asceti. Siamo dinanzi a un componimento complesso e bifasico; celestiale e ardimentoso il cui ritmo incalza nel tema e nelle righe ammantato da evocazioni di luce, vibrazioni divine e preghiera con un ardore storico e sacro al contempo intriso dello stile elegante e suggestivo che connota l’arte della Scrittrice siciliana standaliana e dannunziana per eccellenza.
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Salutato dalle allodole dell’albore,
corpo e anima vestito d’arcano,
San Francesco Imitator Christi!
La tua gloria come un manto
istoriato tappeto del Firmamento
di ricordi mitici al fato s’espande…
Chiamate gli uomini a Dio! Soldati.
Distesa di croci e sangue lavato.
Odo ancora le tue pietre gridare…
Clero che adombra mistero
fratellanza guerriera evocare!
L’incenso eterico riecheggia
di saghe di bianchi Crociati
di spade agli infedeli sguainate,
in terra Santa di approdi guerrieri.
Templari Federiciani combattenti
coraggio e fede in irto cammino
raccolsero la Sacra Spina
dalla lignea corona del Golgota.
Milizia invitta di Federico
emblema d’epico medioevo,
in questa terra d’arte e poesia
con castelli, laghi, fluviali porti
ed onde di pellegrini raccolti.
Gocce di filigrana piovana
nell’alba di un arcano silenzio
cantano lenti ritorni dal mare,
memorie d’impavido fervore
di un ordine che vive nell’eterno
ed ancora oggi invita a pregare!
Delle tue Creature Francesco
odi la vita e la segreta voce
su di un bosco eremitico
l’intima e ascetica pace,
stretto tra l’umano e il divino
dove il silenzio fecondo
nel tremulo lago oltre i colli,
sul tuo linguaggio santo
dimora nelle celesti sfere
quel francescano che ebbe
la gioia e la beatitudine
di portare la Sacra Spina
reliquia del Cristo beato
dai Templari a lui delegata
in sacro tempio venerato.
Melinda Miceli Scrittrice e Critico d’arte