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sensibilità sontuosa, ci fa rivivere la storia con un’emozione poetica di celestiale stupore. Il suo prezioso omaggio a San Francesco è senza ombra di dubbio un Cantico immortale al quale siamo tutti indebitati. In un’atmosfera spirituale, romita ed eccelsa la poesia tocca due campiture; la gloria guerriera per le spoglie di Cristo dei Templari di Federico Secondo in Terrasanta e la meditazione francescana, caratterizzata dal silenzio in cui Santo avverte l’anima delle sue creature e il ricordo di quel francescano che ebbe l’onore di portare in Sicilia “la Santa Spina del capo del Golgota a lui affidata dai Templari Federiciani per portarla in “sacro tempio venerato”. E’ chiaro il riferimento alla chiesa di Noto alta che l’autrice ermeticamente indica ma non disvela in quanto sono moltissime le spine lignee del capo di Gesu’ strappate alla sua sepoltura dai Cavalieri e traslate in ogni dove. Eppure si avverte il tributo all’ordine templare federiciano di Sicilia che in prima persona viene celebrato. Declinata in un intenso lirismo spirituale orfico, quest’ode è intrisa di richiami culturali, epici e storici che legano i Templari a Federico Secondo e all’ordine francescano ottenendo così l’effetto epopeico e sibillino di unificare in unico spirito le lotte per il cristianesimo e i suoi grandi asceti. Siamo dinanzi a un componimento complesso e bifasico; celestiale e ardimentoso il cui ritmo incalza nel tema e nelle righe ammantato da evocazioni di luce, vibrazioni divine e preghiera con un ardore storico e sacro al contempo intriso dello stile elegante e suggestivo che connota l’arte della Scrittrice siciliana standaliana e dannunziana per eccellenza.Salutato dalle allodole dell’albore,
corpo e anima vestito d’arcano,
San Francesco Imitator Christi!
La tua gloria come un manto
istoriato tappeto del Firmamento
di ricordi mitici al fato s’espande…
Chiamate gli uomini a Dio! Soldati.
Distesa di croci e sangue lavato.
Odo ancora le tue pietre gridare…
Clero che adombra mistero
fratellanza guerriera evocare!
L’incenso eterico riecheggia
di saghe di bianchi Crociati
di spade agli infedeli sguainate,
in terra Santa di approdi guerrieri.
Templari Federiciani combattenti
coraggio e fede in irto cammino
raccolsero la Sacra Spina
dalla lignea corona del Golgota.
Milizia invitta di Federico
emblema d’epico medioevo,
in questa terra d’arte e poesia
con castelli, laghi, fluviali porti
ed onde di pellegrini raccolti.
Gocce di filigrana piovana
nell’alba di un arcano silenzio
cantano lenti ritorni dal mare,
memorie d’impavido fervore
di un ordine che vive nell’eterno
ed ancora oggi invita a pregare!
Delle tue Creature Francesco
odi la vita e la segreta voce
su di un bosco eremitico
l’intima e ascetica pace,
stretto tra l’umano e il divino
dove il silenzio fecondo
nel tremulo lago oltre i colli,
sul tuo linguaggio santo
dimora nelle celesti sfere
quel francescano che ebbe
la gioia e la beatitudine
di portare la Sacra Spina
reliquia del Cristo beato
dai Templari a lui delegata
in sacro tempio venerato.
